Sparatoria al Palazzo di Giustizia Milano nel panico


A esplodere i colpi sarebbe stato un imputato per bancarotta. Dopo gli spari le forze dell'ordine hanno fatto evacuare l'edificio frequentato da migliaia di persone ogni giorno


Tre morti – tra cui un giudice fallimentare Fernando Ciampi e l’avvocato Lorenzo Alberto Claris Appiani - e due feriti, di cui uno gravissimo, nel Palazzo di Giustizia di Milano, teatro questa mattina di una sparatoria. A esplodere i colpi è stato un imputato per bancarotta, Claudio Giardiello. Che è stato arrestato dai carabinieri dopo una fuga durata un’ora circa a Vimercate. L’assalitore ha esploso i primi colpi nell’aula del Tribunale penale al terzo piano, poi è sceso al secondo, dove ci sono gli uffici del Tribunale fallimentare, e ha colpito nella sua stanza il magistrato. Secondo indiscrezioni l’uomo voleva uccidere anche il pm Gaetano Ruta, ma lo ha mancato. Quindi ha rivolto l’arma contro i due coimputati.
L’uomo, che era vestito in giacca e cravatta gialla, prima è fuggito all’interno del Palazzo, poi è scappato in sella a una moto. Secondo le informazioni Giardiello potrebbe essere prima salito al sesto o al settimo piano dove ci sono gli uffici Gip/Gup e poi avrebbe guadagnato l’uscita. Dopo la sparatoria sono stati sentiti altri colpi. Le forze dell’ordine hanno fatto evacuare l’edificio frequentato da migliaia di persone ogni giorno: le donne sono state fatte uscire subito, mentre agli uomini viene chiesto un documento. Secondo quanto apprende il Fatto Quotidiano Giardiello ha cominciato a sparare quando il suo avvocato ha annunciato alla corte che avrebbe rinunciato al mandato. Il Tribunale di Milano è dotato di metal detector e chi entra, ad eccezione del personale dei magistrati e degli avvocati, viene sottoposto a controlli. I feriti sono Giorgio Erba e Davide Limongelli, zio e nipote, entrambi imputati del processo in corso nell’aula della II sezione penale.
Giardiello, classe 1958 nato a Benevento, era titolare di una agenzia immobiliare in corso Magenta, pieno centro di Milano. Era la sesta volta che Giardiello “chiudeva” una attività in 20 anni per cessazione, liquidazione o fallimento. Di recente aveva subito pignoramenti dei beni e decreti ingiuntivi. Risultanodebiti con le banche e con il Fisco. 
*fonte il web

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