Strage Kenya, studenti ancora dispersi. Polemiche sui ritardi



Centinaia di persone attendono notizie sui loro figli che erano nel campus e di cui non si hanno più notizie. I corpi speciali sono entrati nel campus dopo sette ore. Identificato uno degli assalitori: è il figlio di un funzionario locale

NAIROBI - E' stato identificato uno dei quattro jihadisti di al-Shebaab responsabili dell'assaltoal college di Garissa in cui sono morte quasi 150 persone: si tratta di un giovane keniano di etnia somala, Abdirahim Abdullahi, proveniente dalla regione di Mandera, situata nell'estremo nord-est del Kenya, laureato in legge presso l'università di Nairobi e apparentemente destinato a un futuro luminoso. Suo padre, un funzionario locale di una circoscrizione di Mandera County, aveva dichiarato alle autorità che suo figlio era scomparso e che sospettava che il ragazzo fosse andato in Somalia. Abdullahi si era unito ad al-Shebaab dopo la laurea conseguita nel 2013: "Era uno studente brillante, ma poi si è legato a quelle folli idee", ha dichiarato un ufficiale di polizia.

Scomparsi.  In queste ore però sta esplodendo il dramma delle persone che non hanno più notizie dei loro cari che si trovavano all'interno del campus al momento dell'attacco. Sono centinaia le persone che cercano notizie scorrendo l'elenco dei superstiti (molti ragazzi sono riusciti a fuggire nei villaggi vicini) o quello dei corpi che giacciono all'obitorio di Nairobi. Il riconoscimento di alcune salme è praticamente impossibile: in molti casi i proiettili hanno distrutto le teste delle vittime. Molti genitori hanno sentito i loro figli appena prima o durante l'attacco e da allora non hanno più notizie. "Un gran numero di persone non ha notizie dei figli e riceve pochissime informazioni", ha dichiarato una delle donne in attesa sottolineando come gran parte di queste persone, sospesa tra disperazione e speranza, manifesti grande rabbia contro il governo.

Polizia sotto accusa. Ma le polemiche hanno investito anche i vertici della polizia. Secondo quanto riporta il giornale keniano Daily Nation, le autorità hanno aspettato sette ore prima di inviare un reparto speciale nel college per combattere gli uomini armati. Quando poi le forze di polizia hanno fatto irruzione, ci sono voluti solo 30 minuti per uccidere i quattro uomini armati di al-Shebaab. La polemica riguarda anche il ministro dell'Interno e il capo della polizia, che sono arrivati a Garissa da Nairobi prima dei reparti antiterrorismo.

Pasqua di paura tra i cristiani kenioti. Le chiese del Kenya si sono dotate di guardie armate per proteggere i fedeli nella domenica di Pasqua. I militanti del gruppo estremista somalo hanno ieri minacciato nuovi attacchi.

Hanno preso contromisure concrete: "Siamo molto preoccupati per la sicurezza delle nostre chiese e dei nostri fedeli, specialmente nel periodo pasquale, anche perché è chiaro che questi assalitori hanno preso di mira i cristiani", ha dichiarato Willybard Lagho, prete cattolico a Mombasa e presidente del Coast Interfaith Council of Clerics. In Kenya l'83% dei 44 milioni di cittadini è cristiano.

Le chiese di Mombasa, Nairobi e altre città hanno quindi assoldato poliziotti armati e guardie private per tentare di garantire la sicurezza. Alla cattedrale Holy Family Basilica di Nairobi, che si trova tra il municipio e il Parlamento, due ufficiali di polizia in uniforme, armati con fucili AK-47, controllano l'ingresso. Altri in borghese sono dispiegati all'interno. Tre guardie private controllano i fedeli all'arrivo con metal-detector, mentre un quarto verifica con uno specchio che sotto le auto non si trovino bombe. La polizia del Paese ha fatto sapere che misure si sicurezza sono garantite a centri commerciali ed edifici pubblici nella capitale Nairobi e nelle città orientali.


*fonte il web

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