Intervista alla scrittrice e giornalista Laura Avalle


Intervista alla scrittrice e giornalista Laura Avalle

Laura sei diventata da poco mamma della bellissima Deva alla quale hai dedicato il tuo ultimo libro, "Vita, io ti aspetto"...
Tuttavia non hai rinunciato al lavoro, come riesci a gestirti e districarti bene sia nel campo affettivo e privato sia in quello lavorativo e professionale?
Te lo saprò dire a settembre quando tornerò a Milano, in redazione. In questi mesi di maternità obbligatoria sto facendo quello che posso, ma lo faccio per me, perché tengo moltissimo a questo lavoro che mi sono sudata a suon di gavetta. In fin dei conti, tenere i contatti con la redazione e interessarsi di quello che succede mi sembra davvero il minimo, dal momento che sono il direttore responsabile di due riviste importanti come Vero Salute e Rakam. Mi farebbe, anzi, molto strano il contrario. Per quanto riguarda invece la scrittura, quella è una passione che non passa. In certi momenti della mia vita, poi, diventa quasi un’urgenza, da qui “Vita, io ti aspetto”, scritto all’ottavo mese di gravidanza, quando ho iniziato la maternità.

Sii sincera: non hai mai avuto paura che qualche collega – approfittandosi del tuo periodo di pausa per via della gravidanza – cercasse di “farti le scarpe”?
Siamo una delle poche realtà lavorative dove le persone, per fortuna, non sono dei numeri, ma un valore. Per questo non mi sono mai trovata nelle condizioni di temere qualche sgarro dai colleghi. Anzi, sono stati tutti eccezionali sia con me, sia con la piccola.

Ed è proprio a cura di una tua collega, sto parlando della giornalista Laura Bozzi, la prefazione del tuo libro, come l’hai conosciuta e cosa ami particolarmente di lei sia dal punto di vista professionale sia dal punto di vista umano?
Ci siamo conosciute per lavoro, dieci anni fa. E’ scattata subito una forte simpatia che, nel giro di pochissimo tempo, è sfociata in una meravigliosa amicizia. Di Laura adoro il suo altruismo, la sua intelligenza e la sua grande bontà. E’ una bravissima professionista, instancabile e molto preparata: in una parola geniale. Altra cosa che amo di lei è che, nonostante ricopra un ruolo molto importante e di grande responsabilità (oltre a essere il direttore responsabile di Vero e Vero Tv è direttore editoriale di tutti i giornali del gruppo), è rimasta la stessa ragazza semplice che ho conosciuto tanto tempo fa. E anche questa è una dote più unica che rara. 

Altra persona che ha creduto fortemente in te e nella stesura del tuo nuovo libro è Nicola Santini, direttore della collana Primo Piano, quali sono i più interessanti consigli e i più bei complimenti che ti ha rivolto per il tuo lavoro?
Nicola è prima di tutto un amico che stimo molto sia personalmente, sia professionalmente. E viceversa, perché quando gli ho parlato del progetto di questo libro, mi ha presentato subito Giuliano Ladolfi, il suo editore. Avevo scritto solo una quarantina di pagine, ma ha creduto immediatamente in me e in quest’opera che, poco dopo, ha visto la luce con Primo Piano, la collana che dirige. Il suo consiglio principale, per il quale lo ringrazio, è stato spronarmi a finirlo in tempo per il Salone Internazionale del Libro di Torino. Un contesto bellissimo dove “Vita, io ti aspetto” ha riscosso un discreto successo, guadagnandosi la diretta a Mille e un Libro (Raiuno), con Gigi Marzullo.

Forse avrai ricevuto anche delle critiche, quando secondo te sono costruttive e quando non lo sono affatto?
Le critiche sono tutte costruttive, perché aiutano a crescere e a migliorare. Questo è un libro talmente particolare che, a essere sincera, per il momento ha ricevuto solo consensi, ma in passato qualche giudizio contrario in riferimento a qualche mia opera precedente l’ho avuto.  

Che effetto sortiscono su di te?
Rispetto tutti i punti di vista e cerco di imparare da essi. Il confronto è fondamentale ed è quello che fa la differenza tra scrivere per se stessi o per un pubblico.

Quanto conta il carattere forte e determinato nella vita in generale, e non solo sul lavoro, per farsi scivolare di dosso quelle inutili?
La determinazione è fondamentale quando hai un obiettivo, non quando devi “farti scivolare di dosso” una critica che, anzi, va sempre presa in considerazione a mio avviso, qualunque essa sia. Poi un conto è la critica, un altro la cattiveria gratuita. 

E ora, dopo una anno molto intenso per te sotto ogni punto di vista, che estate ti attende?
A fine luglio andrò con la famiglia a Vico Equense, in costiera sorrentina, per il Social World Film Festival in qualità di giurata. Infine ci piacerebbe andare via tre o quattro giorni, ad agosto, solo io e mio marito. Sempre se i nonni hanno voglia di tenerci la piccolina.    

Altre mete previste?
Ho avuto la fortuna di visitare tutti e cinque i continenti e di essere stata un po’ ovunque. Ogni viaggio, comunque, è sempre stato organizzato a seconda della meta: molti fai-da-te e, dove non è stato possibile per una questione di sicurezza, mi sono affidata alle agenzie. Prossima destinazione? Qualcosa mi dice il Madagascar...



Share this:

Posta un commento

 
Copyright © Sky News 24. Designed by OddThemes