UNO SCREENING gratuito per la prevenzione cardiovascolare che i cittadini potranno fare nelle piazze grazie al Truck Tour Banca del Cuore che nei prossimi 8 mesi sarà presente nel cuore di 30 città italiane a partire da Sanremo, prima tappa del tour dove resterà fino a sabato 11 febbraio in concomitanza con il Festival della Canzone di Sanremo. L’iniziativa rientra nell’ambito della Campagna nazionale di Prevenzione Cardiovascolare "Truck Tour Banca del Cuore" promossa dalla Fondazione per il Tuo cuore - Onlus dell’Associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri con il patrocinio della presidenza del Consiglio dei ministri e di Federsanità Anci. Lo screening gratuito. Nei tre giorni di sosta previsti per ogni città i cittadini potranno effettuare gratuitamente uno screening di prevenzione cardiovascolare che include: elettrocardiogramma e screening aritmico, misurazione della pressione arteriosa, prelievo di una goccia di sangue dal dito per la valutazione di tutto il profilo lipidico (colesterolo totale, Hdl, Ldl, trigliceridi, glicemia, emoglobina glicata), della storia clinica e dei farmaci assunti.
Ogni cittadino riceverà, al termine della visita, la stampa del proprio elettrocardiogramma, dello screening metabolico, del proprio rischio cardiovascolare e un kit di 7 opuscoli realizzati da “Fondazione per il tuo cuore” sulla prevenzione cardiovascolare. “Il Truck Tour ci permette di andare direttamente a casa degli italiani, ovvero nelle piazze delle principali città, dove attivamente svolgeremo questo importante screening gratuito di prevenzione cardiovascolare, di portata finora mai realizzata nel nostro Paese” ha dichiarato Michele Gulizia, direttore di struttura complessa di Cardiologia presso l’Ospedale “Garibaldi-Nesima” di Catania e responsabile del Progetto di prevenzione nazionale Banca del Cuore.
Eccellenza Padovana e non solo: sperimentato allo Ieo su 30 malate di tumore: «Risultati incoraggianti». I racconti delle donne guarite: «Quando fai queste cure non vuoi essere bella ma normale»
A volte le cose più semplici e scontate sono le più efficaci: raffreddare la testa durante la chemioterapia salva i capelli e aiuta una donna a combattere il male restando persona. Per ora funziona solo per la chemio usata per il tumore al seno. Non per quella usata nel cancro al polmone che ha colpito Emma Bonino, ma lei ribadisce: «Io non sono il mio tumore, ma resto una persona». Il suo messaggio in video si diffonde tra le 900 donne guarite di tumore riunite a Milano all’annuale appuntamento voluto e ideato da Umberto Veronesi nel 2007: «Ieo per le donne». Ex pazienti dell’Istituto europeo di oncologia (Ieo), e di altri istituti, riunite per testimoniare di aver ritrovato la loro identità. Di essere di nuovo persone. Forse nuove persone.
Come è noto, la maggior parte dei farmaci chemioterapici ha come effetto collaterale la perdita totale o parziale dei capelli dopo circa 20 giorni dall’inizio del trattamento. «I farmaci chemioterapici uccidono le cellule che si moltiplicano rapidamente», spiega il professor Conte, «le cellule “sane” che nel nostro corpo si comportano così sono quelle delle mucose e del midollo osseo, per le quali esistono già soluzioni. E quelle dei follicoli piliferi, dove nascono i peli e i capelli. La perdita di capelli non è definitiva perché ricrescono, ma questo fattore può condizionare la percezione della propria immagine con un forte impatto psicologico. Infatti, a volte fatichiamo a convincere le pazienti a sottoporsi a chemioterapia perché perdere i capelli significa far sapere a chi ti sta accanto il tuo stato di salute. Oggi, il 90% guarisce dalla malattia, ma rimangono ancora tanti problemi di cui occuparsi: le donne che affrontano un cancro hanno più possibilità di divorziare dal marito rispetto alla media, hanno difficoltà a rientrare nello stesso ruolo a lavoro e, se sono giovani, possono andare incontro a problemi con la propria sessualità». Finora l’unica soluzione era ricorrere alle parrucche.
E a tal fine, già da alcuni anni, lo Iov attraverso il progetto “Non smettere di piacerti” mette a disposizione dell’utenza l’utilizzo gratuito di questi presidi.Il nuovo caschetto deve essere indossato venti minuti prima dell’infusione di farmaci e mantenuto sul capo per tutta la seduta, la temperatura del cuoio capelluto viene abbassata fino a 4 gradi. Si ha così una vasocostrizione superficiale: ai follicoli piliferi arriva pochissimo sangue e con esso scarsissime quantità di quei farmaci chemioterapici che li danneggerebbero. I follicoli si “salvano” e i capelli non cadono. I test sperimentali hanno dimostrato che funziona nell’85% dei casi. «Questa donazione è frutto del legame che ha il territorio con il nostro Istituto e della sensibilità dimostrata da un’imprenditoria intelligente. Alì e tutti i clienti che hanno scelto di sostenerci saranno insieme alle nostre pazienti ogni volta che indosseranno questo casco», dichiara Simona Bellometti, direttore sanitario. Metà somma proviene da piccole donazioni fatte dai consumatori che hanno deciso di destinareallo Iov i punti della propria Carta fedeltà e per metà direttamente da Alì spa. «Da ormai 5 anni abbiamo deciso sostenere lo Iov», afferma Matteo Canella di Alì spa, «la collaborazione proseguirà anche il prossimo anno». Già nelle prossime settimane potrebbe avvenire l’acquisto del casco.
L'obiettivo fondamentale per il futuro dell'umanità è Invecchiare in buona salute
Così l'organizzazione mondiale della Sanità, che sta mettendo a punto le nuove strategie sul tema, accetta suggerimenti, fino al 30 ottobre on line. Nel modo intero, infatti, la popolazione invecchia sempre più. Promuovere una vecchiaia attiva e costruire un sistema per rispondere ai bisogni delle persone anziane, sarà fondamentale per favorire l'invecchiamento in buona salute in tutti i Paesi.
Un piano d'azione globale sul tema sarà affinato e migliorato sulla base a consultazioni, con gli Stati membri e tutti i soggetti interessati, che prevedono anche una partecipazione on line oltre a confronti diretti con gli Stati e con una vasta platea di attori-chiave, compresa la società civile.
Una riunione consultiva mondiale è in programma a Ginevra dal 20 al 30 ottobre 2015.
All'incontro parteciperanno delegazioni dei Governi, organizzazioni non governative, esperti di istituti di ricerca, organizzazioni nazionali, regionali oltre ai rappresentanti Oms. Alla luce dei suggerimenti raccolti saranno messi a punto una strategia e un piano d'azione mondiale per invecchiare in salute, documenti che saranno presentati al Consiglio dell'Oms a gennaio 2016. Intanto il nuovo Rapporto mondiale su invecchiamento e Salute è in dirittura d'arrivo e sarà pubblicato dall'Oms il prossimo primo ottobre.
Nel buio della pianura Padana, dentro a immensi capannoni, si cela un orrore di fronte al quale molti di noi hanno deciso di chiudere gli occhi: quello degli allevamenti intensivi fuori legge, dove i maiali nascono, vengono messi all’ingrasso e muoiono in condizioni spietate, dentro a gabbie minuscole e sovraffollate.
Giulia Innocenzi ha deciso di entrare dentro a questa realtà per raccontarla con una serie di blitz notturni insieme ad attivisti contro il maltrattamento degli animali. Il risultato è questa inchiesta ricca di immagini forti, che mostra come i maiali crescano tra malattie, sporcizia, insetti e topi, costretti a stare in piedi per il poco spazio e spesso a mangiare nelle proprie feci.
Ecco come funziona l’industria alla base di tante eccellenze alimentari del made in Italy.
Nel video il testo scorre veloce in alcuni punti.
Dopo aver visto il video trovate il sunto in questo articolo.
Questo è solo uno dei molti video che girano nel web (ma spiega molto).
Gli allevamenti industriali non producono cibo, lo sprecano.
Per ogni 100 calorie di cereali commestibili utilizzati come mangime per il bestiame, otteniamo solo 30 calorie sotto forma di carne o latte; una perdita del 70%.
Le Nazioni Unite stimano che nel mondo un terzo del cibo venga sprecato.
Questo cibo costituisce il 28% dei terreni agricoli, per un valore di 750 miliardi di dollari, l’equivalente del PIL della Svizzera.
La sola Gran Bretagna spreca ogni anno in carne l’equivalente di 110 milioni di animali allevati, per un valore di 2.4 miliardi di sterline.
Globalmente, si spreca ogni anno una quantità di carne corrispondente a 12 miliardi di animali allevati, per un valore di 486 miliardi di dollari.
Questo dato include 59 milioni di bovini, 270 milioni di suini e più di 11 miliardi di polli.
12 miliardi di vite sprecate.. E con esse gli alimenti per nutrirle.. E le risorse per produrre quegli alimenti..
Quello che sta avvenendo è un effetto forbice. Le risorse diminuiscono ma i consumi e gli sprechi aumentano.
E questo non potrà che portare ad una inevitabile catastrofe..
Quelle che fino a poco tempo fa potevano ancora essere considerate libere scelte, tra non molto potrebbero non esserlo più.
Dei doveri, delle responsabilità, dei divieti si imporranno alla nostra sconsiderata ed egoistica libertà.
Noi non sappiamo se, in generale, sia giusto o meno mangiare carne e non vogliamo pronunciarci a riguardo.
Ma ciò che sappiamo per certo è che non è salutare, non è conveniente, non è sostenibile, non è giusto e non è umano mangiare carne a queste condizioni. Non sono accettabili tali sprechi di risorse né tantomeno tali orrori.
E' necessario collegare le traumatiche esperienze visibili qui, il terrificante dietro le quinte, con ciò che troviamo placidamente incartato nei supermercati.
Non ci sarà futuro nell'indifferenza e nel menefreghismo, né in quell'apatica rassegnazione che diventa posizione di comodo.
Consapevolezza globale, empatia e responsabilità sono gli atteggiamenti che possono portarci ad essere persone migliori.
Solo la nostra coscienza di consumatori può salvarci..